In un blog su internet avevo letto un post sull’esperienza di un viaggiatore che si era trovato in una situazione simile alla mia e aveva richiesto un rimborso. Appena tornato a casa, ho infatti scoperto che esiste un preciso regolamento comunitario, il 261/2004/CE, che prevede un risarcimento del cliente nell’evenienza di una cancellazione del volo, quando questa non è causata da circostanze ritenute eccezionali, come ad esempio delle condizioni climatiche avverse che possono minacciare la salute dei passeggeri. Secondo ciò che leggevo, nel mio caso era possibile fare richiesta di rimborso, anche perchè la compagnia non mi aveva avvisato in anticipo del problema e non mi era stata garantita un’alternativa valida. Ho stampato quindi il modulo per il risarcimento, che ho trovato sempre su internet, e ho iniziato a compilarlo.
Sono venuto a conoscenza che avrei potuto richiedere non solo il risarcimento del prezzo del biglietto inutilizzato, ma anche una somma relativa alla caparra che avevo già versato al momento della prenotazione dell’albergo in Grecia, nonchè tutti i costi affrontanti nella giornata della partenza (raggiungimento dell’aeroporto e pasti). Ho effettuato un rapido calcolo e ho inserito la cifra totale del rimborso richiesto nel modulo, insieme ai miei dati personali, alle informazioni sul volo e il mio IBAN per il bonifico bancario. Ho quindi fotocopiato i titoli di viaggio, ho allegato gli originali alla lettera e ho inviato l’intera busta con i documenti alla compagnia aerea, utilizzando la modalità della raccomandata con ricevuta di ritorno.